La proposta di scambio azionario presentata da Intesa SanPaolo nei confronti di Ubi Banca è arrivata in modo del tutto imprevisto nella forma e nei tempi, ma non ha sorpreso completamente chi si occupa del sistema bancario italiano e continentale.
Tralasciando di entrare nel merito tecnico della proposta, possiamo riflettere intorno a come, quello che una volta veniva definito come risiko bancario, oggi presenta una nuova fare che vede un’ipotesi di aggregazione importante tra due delle prime tre banche operanti nel nostro Paese. Ammettendo, quindi, che l’offerta possa trovare una risposta adeguata dalla governance (e dagli azionisti di riferimento) e che il <<mercato>> possa sostenerla oltre alla prima reazione <<a caldo>>, proviamo a riflettere intorno a questa operazione richiamando alcuni aspetti salienti e potenziali effetti.
Il primo elemento sul quale appare interessante soffermarsi, è quello che, partendo da quanto Ubi ha appena inserito nel proprio piano industriale, si riferisce al tema legato alla compatibilità di offerta tra le due banche.
