I Governi si succedono con una costante: attribuirsi meriti, celebrandoli spesso oltre i limiti della logica. Nei giorni scorsi, ad esempio, il premier Conte ha ascritto a sé parte della strategia sulle nomine della commissione Ue, ma i profili delle candidate prescelte risultano opposti alle ipotesi del Governo che presiede. Nelle ultime ore, poi, il vice premier Di Maio ha celebrato in modo entusiastico i dati che l’Istat ha diramato in relazione all’andamento della disoccupazione nello scorso mese di maggio. In un altro maggio, il premier di allora Renzi celebrava nello stesso modo analoghi miglioramenti i cui effetti positivi, nella sostanza, svanivano rapidamente.
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Lavoro: l’Italia non è in zona promozione
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