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Gli effetti sociali dell’iniquità fiscale

Alcune recenti notizie hanno, di nuovo, alimentato gli <<opinionisti di pancia>> che si confrontano sui temi inerenti al fisco. L’ex deputato Chicco Testa, ad esempio, deve aver modificato nel tempo la sua attenzione verso <<nuove classi sociali>> occupandosi ora di chi percepisce redditi oltre i 78mila euro. Un suo tweet, infatti, sottolinea come chi dichiara un tale reddito annuo difficilmente possa essere considerato ricco in quanto percettore di 4.000 euro netti al mese. Oggettivamente la sua affermazione in merito alla definizione di ricco non fa una grinza: i ricchi sono altri (contribuenti e soprattutto non contribuenti).

Se però andiamo a scavare un po’ nell’ambito della fiscalità diretta, si scopre che per oltre il 90% dei contribuenti (che dichiarano tre lo zero e i 50mila euro lordi annui) la cifra indicata da Testa può davvero apparire come un segnale almeno di <<agiatezza>>. Lo stesso ragionamento si può fare sull’aver definito, da parte di alcune forze politiche, una patrimoniale la proposta di Draghi di rinviare l’applicazione dei tagli fiscali per dare vita a un contributo di solidarietà per i redditi sopra i 100mila euro.

Fonte: Giornale di Brescia / Photo by Towfiqu barbhuiya on Unsplash
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