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L’ottimismo da solo non scioglie i nodi

Una delle regole da seguire per affrontare le difficoltà presenti o incombenti è evitare di nasconderle o sottovalutarle. Nel periodo a cavallo tra due anni la tendenza è quella di rifugiarsi in visioni positive e <<ottimistiche>> rischiando, così, di oscurare, tra un brindisi e l’altro, le sfide che ci attendono. L’avvio del nuovo anno non ha smentito la tradizione, così ci stiamo incamminando nel 2023 nella convenzione che <<non possa che essere migliore di quello passato>>. In realtà, perché il nuovo anno possa essere migliore del precedente, non basta auspicarlo, occorre invece affrontarlo evidenziando senza ipocrisia i problemi da gestire e le strade migliori per farlo. Se negassimo che il 2023 dovrà fare i conti con alcune gravi situazioni, rischieremmo di non andare in cerca delle soluzioni.

In generale avremo tre aree di crisi a livello <<macro>>, con ricadute sul nostro Paese, e a queste dovremmo poi aggiungerne altre specifiche italiane. Sul fronte <<macro>>, guerra, instabilità climatica e pandemia saranno lo scenario in cui ci muoveremo (associate naturalmente alla traballante situazione economica).

Fonte: Giornale di Brescia / Photo by Amador Loureiro on Unsplash
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